domenica 12 dicembre 2010

perchè un blog?

purtroppo la costanza nelle cose di cui non sono sicura al 100% non è una mia caratteristica e per di più forse vivo un momento di aridità d'animo (anche se mi auguro proprio di no).
in ogni caso, dopo qualche girono di assenza finalmente ho convinto le mie dita a digitare un pensiero che mi frullava in testa:
cosa spinge così tante persone a fare un blog, a scrivere cose più o meno personali,  a comunicare con una foto piuttosto che con una canzone?
o meglio, la domanda successiva è:
perchè in molti sono spinti da una certa voglia, ansia, volontà di mettersi, ognuno a modo suo, un po' a nudo su Internet, sotto gli occhi di tutti?
perchè?


Secondo me, innanzitutto è una questione di Ego:
scrivere un blog è un po' come guardarsi allo specchio. se sei vestita bene, o se hai scritto qualcosa che ti piace, ti specchi sempre di più, ti esalti e sei anche più sicura di te:
profilo dx, profilo sx, di schiena, vediamo in quanti mi hanno commentato il post etc etc.


ma poi forse la cosa principale che sta alla base di questa..moda? è che probabilmente non ci sentiamo abbastanza ascoltati.
scrivere è un po' un modo per dire: ehi, ci sono anche io!! passa per di qua, senti un po' cosa ho da dirti oggi.
se potessi mettere una vignetta, disegnerei un bambino con il dito in bocca che tira la gonna della mamma quando questa non gli sta dando attenzioni.
o forse siamo meno capaci di farci conoscere.
oppure non ci stiamo poi così bene in un mondo pieno di stereotipi, di regole, di buone maniere e di persone che continuano  a dirci come dovremmo essere o cosa dovremmo fare.
non sto dicendo che sia un problema unicamente dell'individuo che gira a spasso nel ventunesimo secolo.
oggi però c'è molta più fretta, si fanno molte più cose, si è sempre più incentrati su sè stessi e meno sugli altri.


la mia risposta a un 'perchè un blog?' è:
il blog l'ho iniziato quando avevo molte storie da raccontare (vedi etichetta poland) perchè volevo condividere tutto quello che stavo imparando su ragazzi della mia stessa età ma di paesi diversi.
tutto qua, era volontà di condivisione. 
 beh, mi è sempre piaciuta l'idea di tenere un blog, di scriverci, di appuntare cose che mi passavano per la testa. 
per questo poi ho deciso di continuare a tenerlo ( anche se non ne sono molto convinta.)


e ora?



mercoledì 1 dicembre 2010

un altro mondo

chissà dove finiscono tutte le parole non dette, i pensieri non espressi, le poesie non scritte, le storie non raccontate, i bambini non nati, i caratteri non svelati, i segreti rimasti tali, quello che nascondono le mezze verità, gli sguardi abbassati, le risate soffocate, le lacrime trattenute..




ci si potrebbe costruire un altro mondo.
e forse sarebbe anche più vero.

martedì 23 novembre 2010

weather & emotions

Durante l'anno mi capita che, in presenza di certe condizioni atmosferiche mi senta molto, molto..è strano da dire perchè mi verrebbe da scrivere 'emozionata' - nel senso che provo delle emozioni particolari- ma non è il termine giusto.
 mi sento come se qualcosa mi si smuovesse dentro, e pian piano si facesse sempre più grande, ecco.
questo accade di solito in tre momenti dell'anno:
durante l'inverno quando ci sono quelle serate -per niente tipiche dell'inverno Padano- chiare, limpide, con l'aria tagliente che ti fa subito arrossare le gote e bruciare le narici quando respiri:
la città sbarluccica tutta di luci, di solito fa un freddo cane ma è bello uscire perchè ti senti più viva. è persino bello imbacuccarsi di guanti, sciarpa, cappelli e super piumino. In quelle serate così rare da noi, l'unica cosa che secondo me si dovrebbe fare è uscire con una persona a cui vuoi molto bene (o che ami, se sei fortunato), camminare abbracciati, passeggiare sorridendo e sentendo la pelle del viso tirare.
(per concludere in bellezza sarebbe perfetto fare anche una sosta caldarroste :D)


il secondo momento 'magico' è quando, a febbraio o a marzo, comminando sul viale dei giardini,  improvvisamente e inavvertitamente sento profumo di primavera: l'aria ha proprio un qualcosa di diverso e appena lo sento mi riempio davvero di felicità e mi verrebbe voglia di saltare  e urlare e cantare. 
allora la mia comminata assume un andamento diverso, più giocoso e dondolante, e cammino col naso leggermente all'insù per respirare di più (ora che ci rifletto quest'associazione naso all'insù-respirare di più non credo che abbia molto senso scientificamente, ma è una cosa istintiva)
è una specie di richiamo, un qualcosa che ti dice: 'ehi, basta dormire, tra poco potrai startene in giro tutto il giorno!'
per finire, l'ultimo momento ad alto tasso di turbinio interiore è l'ora del tramonto estivo, quando i raggi del sole sono dritti in fronte a te, all'altezza dei tuoi occhi:
il cielo è azzurrissimo e se sei al mare, la spiaggia è solitamente quasi deserta. il mare si placa, il sole va giù e tu incominci magari a sentire un po' di freschino.
è 
                            "l'ora che volge il disio
ai navicanti e 'ntenerisce il core
lo dì c'han detto ai dolci amici addio;
                                                                                                       Dante
in quel momento viene proprio da farti dei viaggi assurdi, oppure di non pensare assolutamente a nulla e di riempirti gli occhi solo di mare e di azzurro.

dato che siamo solo all'inizio dell'inverno, viviamo in attesa del primo momento magico, quando 
on devrait seulement s'aimer.

domenica 21 novembre 2010

Domenica.

da quando si è all'università si hanno due domeniche:
il sabato e la domenica.
ma la domenica vera e propria è appunto (non ci crederete mai) la domenica. il sabato hai la serata, hai tante cazzatine, i negozi sono aperti, il mondo gira..
la domenica tutto si ferma. 
e se è pure una goirnata uggiosa di novembre, grigia, fredda e noiosa..cosa succede?
bene, a me dipende:
oggi sono presa da uno scazzo incredibile, che riguarda anche lo scazzo verso lo scazzo: non ho voglia di fare niente, ma non ho neanche voglia di non fare niente.
allora mi dico: fai qualcosa!
ma che cosa se non ho voglia di fare nulla?
ooooh santa Noia, così osannata dai genitori e dai nonni che ripetono di continuo che i ragazzi di oggi non sanno annoiarsi. 
va bene, provo ad annoiarmi, non si sa mai che mi venga da scrivere un post migliore di questo.



mercoledì 17 novembre 2010

Per mano



questa sabbia è bagnata e scura, i talloni sprofondano.
si avvicina una bambina, è titubante  e piccola. tu non sai perchè ma non le sorridi, non ci riesci. i bambini ti piacciono, ti fanno sorridere e ti scatenano un moto di tenerezza interiore, ma lei no.
cosa vuole questa bambina?
è seria, non parla e non chiede.
















se tu le sapessi leggere negli occhi, se tu sapessi interpretare i piccoli e incerti movimenti delle mani lo capiresti.
lei vuole correre, vuole prenderti per mano e correre insieme a te. e allora l'atmosfera si fa chiara e brillante, c'è del verde, forse sei su un prato e insieme con lei ti senti libera.
e correte.



sabato 13 novembre 2010

sciocchezze :D

"seraaa....un paio di comunicazioni di servizio..

1- sono MOLTO MOLTO GASATA,e spero anche te (e ovviamente cocò!!!)
2- ho preso la pastiglia per vedere meglio in modo da rendere la vostra permanenza in macchina il piu' agevole possibile
3- voglio vederti ciucca persa e magari vederti vomitare sotto il cartello dell'uscita "pavia sud"
4- stasera se non volete che vi porti in uno dei 100 borghi più belli d'italia, cercate di portare un tom tom
5-dato che siamo già al secondo pacco clamoroso,vedi di farti perdonare con uno dei dolci favolosi della flo
6-dato che sarà una serata lunga e complessa con te a fianco, cerca di far finta di volermi bene e non rompere troppo
7-ore 10.46.37" dietro da te, piu' infighettate che mai........

E ORA VAI A LAVARTI CHE PUZZI!"








così la Carlot la smetterà di rompere o di FARCI IL CULO! :D
contenta??

giovedì 11 novembre 2010

perchè lì?




perchè qui, lì, e non altrove?
questa è la domanda che mi sono fatta quando ho visto delle intervsite e dei filmati sull'alluvione in veneto.
Posted by Picasa

mercoledì 10 novembre 2010

keep fit

questa settimana per una congiuntura particolare di eventi ho dovuto fare due esami al Policlinico di S. Matteo, uno in Ginecologia e l'altro in Dermatologia.
dopo queste esperienze credo proprio che non rinnoverò mai più il mio abbonamento in palestra in quanto una visita ogni tanto equivale ad almeno tre allenamenti, se non quattro. non i credete? benissimo, ecco le prove (SCIENTIFICHE):

_prenotare l'appuntamento: 80 kcal
Per prenotare l'appuntameno in dermatologia ho dovuto fare all'incirca 5 chiamate: prima in allergologia -N.B. sono stata in attesa per un quarto d'ora dopo aver chiamato e  richiamato tre o quattro volte- che mi rimanda al centralino; questo dopo avermi chiesto efficientemente se il mio esame era per bambini o per adulti, naturalmente mi da il numero del reparto dove vengono visitati i bambini. molto gentilmente mi si dice che, appunto, ho sbagliato. richiamo il centralino, ho finalmente il numero giusto e, dopo 5 minuti di suspance perchè forse non fanno più l'esame che vorrei fare io, fisso l'appuntamento.)

_trovare il reparto: 40 kcal

_capire dove si paga il ticket: 200 kcal
siamo in Ginecologia: arrivo nella sala d'attesa, chiedo informazioni a riguardo e mi risponde una anziana signora, gentile e disponibile ma non molto afferrata nel dare informazioni.
mi dice di girare un coso, massì, un coso rotondo, poi di salire, poi ecco, sulla sinistra ci sono i REPARTI SPECIALI. lì posso pagare. inzialmente ero piuttosto scettica sulle indicazioni della vecchia signora -reparti speciali??che cazzo è??io devo solo pagare un ticket!-. provo a segiurle usando la fantasia per trovare quel coso rotondo e tutto il testo. la mia interpretazione mi porta a salire le scale. Finisco in un altro piano, chiedo a un'infermiera che non sa dove si pagano i ticket del suo reparto, ma nel momento in cui, titubante le dico "reparti speciali", allora la signora si illumina e mi dice che DEVO USCIRE da Ginecologia e dirigermi verso Otorino. lì a sinistra troverò i Reparti speciali.
erano le 2 del pomeriggio, ho pensato che come minimo sarei riuscita ad uscire da lì alle 5.

_raggiungere il posto dove si pagano i ticket: 90 kcal
non è molto bene indicato: finisco dentro Otorino e lì, la signorina allo sportello con tutta la scarsa gentilezza di cui è dotata, senza guardarmi in faccia mi dice 'fuori a sinistra'.
a testa bassa esco.

_trattamento delle donne isteriche e frustrate agli sportelli (e a volte anche rincoglionite): 150 kcal -se te la prendi-

_fare la visita: 250 kcal per l'ansia (ginecologia)
                      indefinite kcal per allergologia: la macchina non funziona, mi rimandano a casa.

sapete cosa vi dico??ora mi sparo cappuccio e brioches e mi compro pure una sciarpa: kcal bruciate ZERO, frustrazione ZERO, appagamento incalcolabile.


p.s. non vi preoccupate, in ginecologia non sono andata perchè avevo paura di essere incinta

lunedì 8 novembre 2010

veloce veloce

sono di fretta ma mi sento in colpa perchè è tanto che non scrivo quindi vi mando il link della canzone che sto ascoltando in quest giorni:
molto suggestiva, se vi capita leggete anche il testo!(testo e traduzione)
io quando l'ascolto mi immagino una donna che sorseggia del vino e un uomo dalla voce calda che la invita  a ballare durante una sera un po' elegante ( ma non snob e noiosa: elegante nel modo giusto e frizzantina): l'atmosfera è accogliente, calda, vi  sono molte luci, e vedo anche il colore giallo.


take this waltz by Leonard cohen









"And you’ll carry me down on your dancing
to the pools that you lift on your wrist –
O my love, O my love
Take this waltz, take this waltz,
it’s yours now. It’s all that there is”.

martedì 2 novembre 2010

tiè



" Ci sono italiani di molti tipi: alti, bassi, biondi, bravi, cattivi. 
Come i cinesi.
Però loro sono un po' ignoranti, non lo sanno.
Loro pensano che tutti i cinesi sono uguali
 perchè non hanno viaggiato come me."


Tong, 9 anni, Cina

lunedì 1 novembre 2010

that's all (?)

mi piacciono le foto e con i collage le posso far diventare anche un po' mie anche se le pesco qua e là da internet.
spesso mi capita che la mattina di alcune giornate vuote venga compeltamente catturata e incuriosita da nuove cose che trovo su internet: parto magari dal testo di una canzone, passo per un video su youtube e inesorabilmente finisco su wikipedia.





oggi mi è ritornata in mente dal nulla la storia di Chelsea Hotel,
 "a rest stop for rare individuals", 
"una specie di Torre di Babele della creatività e delle cattive abitudini e che alcuni dei cervelli più sballati e autodistruttivi del mondo, almeno una volta, hanno chiamato 'casa'."
Arthur Miller, che vi stette per 6 anni lo descrisse così: "This hotel does not belong to America. There are no vacuum cleaners, no rules and shame...it's the high spot of the surreal. Cautiously, I lifted my feet to move across bloodstained winos passing out on the sidewalks--and I was happy. I witnessed how a new time, the sixties, stumbled into the Chelsea with young, bloodshot eyes."
in Chelsea Hotel passarono musicisti, artisti, pittori, poeti; su questo hotel speciale si scrissero canzoni (come Chelsea Hotel, appunto, scritta da leonard Cohen invaghito per Janis Joplin, con la quale ebbe una breve relazione tra quelle mura) e si girarono film.
Fece da casa -e da tomba- a personaggi come Dylan Thomas (che si crede abbia convinto il giovane Zimmerman a cambiare il suo nome in Bob Dylan) che entrò in coma dopo aver bevuto 18 whisky nella sua camera; Sid vicious, bassista dei Sex Pistols, e nancy Spungeon, trovata morta pugnalata probabilmente da Sid (non è certo perchè il signorino era troppo fatto per ricordarsi se l'aveva uccisa lui oppure no); Jimmy Hendrix, Janis Joplin,Jim Morrison (che fanno tra l'altro parte del CLub 27 )vi passavano le loro serate organizzando drug parties; Kerouac, Bob Dylan -che qui compose "sad eyed lady"- e molti altri.

e per oggi è tutto -forse-









domenica 31 ottobre 2010

Janis Joplin

I'm a victim of my own insides. There was a time when I wanted to know everything ... It used to make me very unhappy, all that feeling. I just didn't know what to do with it. But now I've learned to make that feeling work for me. I'm full of emotion and I want a release, and if you're on stage and if it's really working and you've got the audience with you, it's a oneness you feel.




Janis Joplin

sabato 30 ottobre 2010

26/09/09 h 23:34



"io spero di ricordarmi come mi sento ora, come mi sentivo a 14 o a 7 anni; spero di non dimenticarlo mai e di tenere ben presente che, prima di essere genitore, sono stata figlia"











venerdì 29 ottobre 2010

D&D: destino e DNA





destino: c'è chi crede, chi no, e chi sceglie una via  di mezzo (io per esempio credo che per una certa parte l'uomo sia artefice del suo destino ma che altre cose siano totalmente fuori dalla sua portata: puoi cercare di evitare di scivolare su bucce di banana stando attento a dove metti i piedi ma se uscendo di casa ti capita che un uccello ti faccia la cacca in testa o sulla tua giacca nuova..beh, lì non ci puoi far nulla).


vogliate scusarmi se ora adotterò un punto di vista totalmente femminile, ma questo discorso ve lo tiro fuori dopo aver confrontato storie che riguardano donne.
ho insomma notato che, in più di un caso, le esperienze vissute dalla madre capita che siano vissute, più o meno alla stessa età, anche dalla figlia (a volte ingnara del fatto che siano successe anche alla propria madre.)
N.B. non parlo di cose che riguardano quella 'porzione di destino' che potrebbe essere gestita dal nostro arbitrio:
sono per lo più avvenimenti che non possiamo controllare, e che in alcuni casi, se si potesse, le figlie eviterebbero volentieri di vivere a loro volta.

la domanda di oggi è, appunto: quanto conta il DNA quando si parla di destino?
è possibile che il nostro bagaglio ereditario sia in grado di influenzare il nostro futuro?
possiamo fare qualcosa per scrivere la nostra vita con nuovo inchiostro e su pagine nuove, o invece siamo inconsapevolmente costretti a ricalcare vecchi stampi?

domenica 24 ottobre 2010

Ama e ridi se amor risponde piangi forte se non ti sente

week-end via e pausa pranzo a Genova.


mi incanto a guardare il mare, tuffo il naso in una rosa inaspettata e  la giormata si incomincia insieme -non potrebbe essere più insieme di così- 
avevi paura. ma di cosa?
 non ti capisco,non ti sento, anche se urli. e dopo gli urli il silenzio, e dopo le parole solo amarezza in bocca.
poi il nodo si scioglie, la camicia pesante che ci gravava sulle spalle ce la togliamo e ..
ci si guarda sul serio in faccia, si apre una porticina.




via del campo, de Andrè

venerdì 22 ottobre 2010

ridere fa bene

questa perla è della Carlot:





Minatori in Cile, e se fosse successo in Italia?


Se fosse successo in una miniera italiana, le cose sarebbero andate così: 

1° giorno: tutti uniti per salvare i minatori, diretta tv 24h, Bertolaso sul posto. 

2° giorno: da Bruno Vespa plastico della miniera, con Barbara Palombelli, Belen e Lele Mora. 

3° giorno: prime... difficoltà, ricerca dei colpevoli e delle responsabilità: 

BERLUSCONI: colpa dei comunisti; 
DI PIETRO: colpa del conflitto d'interessi;
BERSANI: ... ma cosa ... è successo?? 
BOSSI: sono tutti terroni, lasciateli là; 
CAPEZZONE: non è una tragedia è una grande opportunità ed è merito di questo governo e di questo premier; 
FINI: mio cognato non c'entra.

4° giorno: TOTTI: dedicherò un goal a tutti i minatori.

5° giorno IL PAPA: faciàmo prekiera a i minatori ke in qvesti ciorni zono vicini al tiavolo!! 

6° giorno: cala l'audience, una finestra in Chi l'ha visto e da Barbara D'Urso che intervista i figli dei minatori: "dimmi, ti manca papà?'" 

Dal 7° al 30° giorno falliscono tutti i tentativi: 
BERLUSCONI: La prendano come una vacanza nelle grotte della nostra bella Italia...

Dopo un mese, i minatori escono per fatti loro dalla miniera, scavando con le mani. 

Un anno dopo, i 33 minatori, già licenziati, vengono incriminati per danneggiamento del sito minerario.

Si avvia una indagine conoscitiva parlamentare per appurare come sia stato possibile che dei semplici minatori si siano salvati usurpando le prerogative della Protezione Civile.


Ma per fortuna è successo in Cile...!!!

martedì 19 ottobre 2010

labirinto

sono un paio di estati  che all'improvviso mi viene voglia  di poesia e quindi mi compro delle raccolte di testi poetici.
l'anno scorso è stata la volta di Hikmet, quest'estate è toccato a Saramago: avevo visto nel porto di Piombino appena prima di imbaracarmi per l'Isola d'Elba una ragazza che mi aveva affascinata molto:
era vestita sportiva, scarpa comoda e consumata ai piedi e mega zainone sulle spalle. per me le vacanze erano inziate il giorno stesso e vedere quella ragazza mi ha fatto sentire ancora di più la voglia di viaggiare, di rilassarmi, di vivere come viene, di fare un tipo di viaggio che spero di fare presto ma che non ho ancora avuto modo di fare.
il particolare più bello del'abbigliamento della ragazza era proprio un libro di Saramago:
un po' ingiallito, stropicciato, vissuto e incastrato nella retina posteriore dello zaino.
mi sono detta 'devo cercare di capire qualcosa di più su questo Saramago'  e poi è finita che mi sono comprata le sue poesie.
il bello della poesia -come delle belle canzoni- è che ti capita di leggere più volte una stessa poesia e ogni volta ti sembra di afferrare un significato diverso, sentire qualcosa di diverso.
una volta  mio nonno, in un suo momento di lucidità, mi ha parlato, mi ha osannato la poesia  ed è stato davvero emozionante -'emozionante' mi sembra un aggettivo da fighetta ma per il momento non trovo niente di meglio per descrivere quello che è stato per me sentire mio nonno dire quello che ha detto-:
gli brillavano gli occhi, ripeteva a memoria 'tanto gentile e tanto onesta pare', mi spiegava la musicalità di 'she dwelt among untrodden ways', e io ero completamente rapita.
quindi oggi vi regalo questa poesia: la prima volta che l'ho letta ero in Polonia e alla fine ho detto WOW.
Ero proprio WOW.
dopo averla letta ho pensato alla persona a cui l'ho dedicata qualche giorno fa. il suo titolo è 


LABIRINTO


in me ti perdo, notturna apparizione,
nel bosco degli inganni, nell'assenza,
nel nebbioso grigior della distanza,
nel lungo corridoio di porte false.


dal tutto si fa il nulla, e questo nulla
di un corpo vivo subito si popola,
come isole che fluttuanonel sogno,
brumose, nel ricordo rinnovato.


In me ti perdo, dico, se la notte
sulla mia bocca colloca il suggello
dell'enigma che, detto, si ravviva 
e s'avvolge in spire di segreto.


nei giri e nei rigiri che m'adombrano,
nell'andare a tentoni a occhi aperti,
qual è del labirinto l'ampia porta,
dove il raggio del sole, i passi certi?


in me ti perdo, insisto, in me ti sfuggo,
in me fonde il cristallo e si frantuma,
ma quando il corpo cede alla stanchezza
in te mi vinco e salvo, in te mi trovo.




José de Sousa Saramag(Azinhaga16 novembre 1922 – Tías18 giugno 2010) è stato uno scrittorepoeta e critico letterarioportoghesepremio Nobel per la letteratura nel 1998.
tra l'altro ho scoperto che teneva pure un blog dove scriveva costantemente.[ndr: Dalle sue pagine aveva anche contestato il premier italiano Silvio Berlusconi per la sua politica e per questo la casa editrice Einaudi (Gruppo Mondadori) annunciò che non avrebbe pubblicato la raccolta dei suoi scritti sul blog denominata Il quaderno. ]

venerdì 15 ottobre 2010

ai figli della luna

 Non mi è ancora ben chiaro cosa fare con questo blog: 
ormai non sono più nella situazione che mi ha spinto a crearlo, non ho più contatti così frequenti con persone così diverse da me.
d'atra parte mi è piaciuto molto scriverci, mi piace scrivere e raccontare, mi piace ascoltare storie diverse, mi piace riflettere,  far riflettere e divertire chi capita di qui (spero qualche volta di riuscirci)e soprattutto la diversità la si vive ogni giorno senza dover per forza convivere con una ragazza Senegalese e una Rumena.
Quindi può essere che continuerò ogni tanto a scrivere qualcosa quando mi sento ispirata (il che succede con una frequenza molto poco regolare).
bene, ora mi sento ispirata e per questo vi racconterò quello che mi è successo martedì sera (e se questa non è diversità..!):


martedì sera ho lavorato a bar Teatro durante la serata dell'Arcigay (ndr Arcigay è un'associazione di promozione sociale. Lo scrivo perchè,magari non tutti sanno, come me, cos'è precisamente -prima di informarmi pensavo fosse un partito- ):  l'anno scorso le serate venivano organizzate ogni settimana al bar Dublino, quest'anno si volgono tutti i martedì a Bar Teatro -per chi fosse interessato-.
Sapevo che sarebbe stato 'interessante' e divertente, ma non avevo molta idea di come si sarebbe svolta la serata.
i primi arrivano verso le dieci: sono tre ragazzi, tutti visibilmente gay, uno di questi estremamente altezzoso e piuttosto antipatico (dico, mica sei l'unico gay sulla facciao della terra!!), e una ragazza. Ecco, per quel che ho visto quella sera, le ragazze lesbiche sono molto difficili da individuare, al contrario dei ragazzi.
Salutano -tutti tranne l'altezzoso- e Incominciano ad addobbare con molta cura e precisione la saletta:bandiere dell'Arcigay, palloncini, volantini e preservativi siu tavoli ( non è per niente una cattiva idea se ci pensate distribuire alle feste preservativi gratuiti). 
piano piano arrivano anche altri ragazzi e ragazze e un gruppo di questi si mette a un tavolino per parlare di politica:
uno di loro (che ho scoperto essere il socio fondatore di Arcigay Pavia) stava parlando di una proposta da mandare all'associazione e tutti erano molto infervorati e coinvolti nella discussione.
il bar intanto si riempie  di personaggi 'tranquilli', si ride e si scherza ( un ragazzo mi chiede -sei la nuova cameriera?- e io -si, almeno per stasera- e lui -ma accidenti, noi volevamo un bel maschietto vero ragazzi??- risposta -SIIIIIII- e vabbè dai, sei carina, ci accontentiamo!), niente di particolare fino a quando non ci rimango secca quando vedo il tipo altezzoso mano nella mano con una stangona mora:
si avvicinano a me, li guardo bene e..la stangona mora era un ragazzooooooooo -oltre che il/la festeggiato/a.
la serata è andata bene, non ci sono stati problemi a parte qualche momento di crisi nel momento in cui mi dovevo rivolgere ai travestiti("di chi è il cocktail?" mi è stato chiesto, ho risposto 'della ragazz..del ragazz....è lei che, no lui..ehm, è SUOOO"!)ho captato qualche conversazione interessante ( una ragazza dice a un altro Trans: ma uffa, è da tanto che no mi consideri! lui le risponde- tesoro, cosa ti aspetti, che degni di attenzione qualcuno dotato di utero e ovaie?!- oppure una ragazza che raccontava di come sia indifferente per lei andare con uomini piuttosto che con donne),  li ho sentiti dire 'non dobbiamo avere paura, dobbiamo farci conoscere e farci sentire!' - a Pavia in effetti si vedono diversi omosessuali in giro ma si sa ben poco di loro-, ho scoperto che a pavia esiste il collettivo Universigay (vedi sito www.universigay.com ) e che di recente c'è  stato un episodio spiacevole in università:
il collettivo aveva appeso dei volantini intitolati 'l'università dei gay' modificati da qualcuno di passaggio che ha   scritto froci al posto di gay e 'W la trifola altro che i culattoni'.
ok, la frase fa ridere -più che altro trovo che trifola sia un simpatico termine- però effettivamente ragazzi, deve essere difficile. deve essere difficile essere qualcuno e aver paura di essere ciò che si è perchè gli altri non ti accettano.
ho dato anche un'occhiata al sito di universigay e ho letto le storie di alcuni ragazzi gay che si sono suicidati perchè si sentivano respinti. è agghiacciante.

questo è il video su telepaviaweb di quello che è successo se vi interessa:

e chi non sa a cosa si riferisce il titolo lo  può capire cliccando su questo link: http://www.youtube.com/watch?v=rBFeCMlyUgw&feature=related