domenica 3 luglio 2011

ci sono tanti mondi

bene, sono qui.
oggi chissà a che ora mi vengono a prendere. io non lo so proprio, e non ho neanche idea di che ore siano  perchè mi tolgono l'orologio. non mi resta che rimanere qui a letto fino a quando qualcuno non arriva a prendermi.
aspettiamo. Alla mia età aspettare diventa  l'attività principale di ogni giornata.
aspetto che mi vengano  a prendere. aspetto che mi portino nel salone. aspetto che mi servano da mangiare. aspetto il momento della ginnastica mattutina. aspetto il pranzo. aspetto che qualcuno mi venga a trovare. aspetto. il mondo corre e se sei in ritardo di cinque minuti nessuno ti aspetta. io aspetto così tanto che il tempo quasi non esiste neanche più. Non mi resta che pensare.
purtroppo i miei pensieri non sempre sono dei bei pensieri: a volte ho dei chiodi fissi, a volte ho una gran confusione, a volte il mio cervello da solo tesse la trama di una storia che mi imprigiona. e non ne esco. il guaio è che non riesco neanche  a raccontarvele queste cose perchè non le penso io ma il mio cervello, e lui non mi spiega tutto.
poi qui tutti mi guardano in modo strano: il signore seduto davanti a me ride come un pazzo e non ne capisco il motivo. gli chiedo perchè ride e non capisce la mia domanda.
 la signora dietro il mio tavolo invece è nera di rabbia, sempre.
 un'altra donna che sembra la befana mi ripete sempre le stesse cose e io spesso non le capisco perchè sono un po' sordo, ma per educazione sorrido, chino il capo e la saluto.
c'è anche un'anziana signora che urla continuamente SIGNORINAAAA e sbatte il cucchiaio sulla ciotola ma, ripeto, sono un po' sordo e per fortuna la maggior parte delle volte non me ne accorgo.
spesso soffro di malinconia.
la malinconia è una brutta bestia: non sai mai come uscirne. ti risucchia tutte la linfa vitale e ti fa sentire quasi morto quando invece ardi dalla voglia di vivere. in quei casi recito delle poesie. sono molto poche le poesie che mi ricordo, perchè parte della mia memoria è stata cancellata in qualche modo. vi ho mai recitato quella di Victor Hugo, la parte finale dei Miserables? tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand'ella altrui saluta...
ma sono piccole cose. piccole cose in un oceano grigio e piatto lontano dalla mia casa,un oceano che non assomiglia neanche un po' al luogo che porto nel cuore e che ogni giorno mi manca.
sapete, io ho sempre avuto come hobby fare lavori manuali. ne ho fatti tanti e diversi: le vetrate delle porte di casa mia, delle casette in legno, lavoravo il giardino, curavo l'orto, costruivo qualcosa..
qui non posso tenere neanche un temperino: è pericoloso, non si sa mai cosa potrebbe farne la donna che sbatte tutti i giorni il suo cucchiaio sulla tazza.
Però voglio ritornare a casa mia. ci ritornerò. sto aspettando quel momento.
voi correte, fatevi passare il tempo accanto senza accorgervene, io aspetto:
guardo in faccia ogni secondo e aspetto.

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